| Ecco il continuo dell'avventura! Buona lettura.
Al mattino presto i nostri eroi decidono di far cadere uno dei pinnacoli di roccia sovrastanti l’accampamento dei nani sopra lo stesso per creare un po’ di caos e riuscire ad infiltrarsi facilmente. Così si ingegnano per farlo crollare (è 6 metri di diametro ma con qualche taglio e qualche carta bomba non hanno problemi) e alla fine ci riescono: il pinnacolo cade nel bel mezzo dell’accampamento alzando un gran polverone e creando il caos tra i nani. I nostri ninja si trasformano in nani grazie alla tecnica della trasformazione (in particolare Leeston si trasforma in un nano con la barba afro e la cresta da Baracus dell’A-Team) ed e si confondono con la folla, dirigendosi verso una grande grotta individuata da Goku durante la ricognizione, ma un grosso nano, che sembra un coordinatore dei lavori, li ferma e gli dice affannosamente di andare a chiamare altri nani che sono al lavoro nella grotta per dare una mano a rimuovere il sassone. Così entrano nella grotta e inizino a chiamare i nani al lavoro per mandarli in aiuto nell’accampamento ma un altro grosso nano capocantiere dice che anche loro devono tornare indietro per dare una mano, afferrando Daisetsu e trascinandolo con sé. La squadra va nel panico ma Kimiko, senza consultarsi con nessuno, decide di andare dal nano capocantiere e di infilzarlo con un osso. Inizia così il combattimento tra i nostri 5 ninja e ben 20 nani, che però risultano alquanto scarsi. Una volta sconfitti si ritrasformano in nani e giungono senza problemi all’uscita dalla parte opposta della caverna. Trovano davanti a loro un grande altopiano di sabbia nera circondato dai pinnacoli neri, al cui (probabile) centro sorgono delle antiche rovine circondate da mura e con una grande piramide (di tipo sudamericano). Goku col suo byakugan riesce anche a localizzare 2 losche figure di guardia all’entrata delle rovine: un grosso omone ed una donna piuttosto… oscillante. Il gruppo di ninja decide di proseguire tranquillamente sperando che il loro camuffamento funzioni. Durante il tragitto vedono 2 nani che escono dalla porta delle rovine, salutano i due tipacci e si dirigono verso di loro. Quando si incrociano salutano il nostro team come se fossero qualsiasi colleghi di lavoro dicendo che non c’è più bisogno di nulla perché hanno completato loro tutti i lavori; si dirigono poi alla caverna. I nostri si dirigono comunque verso la porta delle mura trovandosi di fronte Mr. 1 e Miss DoubleFinger! Leeston, essendo piuttosto vistoso, tenta un approccio coi due loschi individui: << Siamo qui per finire i lavori… qui >>. Senza tanti indugi Mr. 1 ci invita a non aggirarci tra le rovine perché i lavori sono terminati. Leeston replica di dover soddisfare i suoi bisogni fisiologici ma Mr. 1 replica che non ce ne sono lì. Daisetsu allora dice che siamo proprio lì per costruirli, non trovando obbiezioni. Leeston ha così eretto 2 cabinotti in legno, fortunatamente senza attirare l’attenzione, e mentre Daisetsu e Kimiko sono rimasti lì a lavorare, Leeston, Goku e Amane sono sgattaiolati lungo il perimetro delle mura esterne delle rovine cercare un’entrata secondaria; nel frattempo tornano normali. Durante l’ispezione, notano un fischio provenire dalla cima della piramide. Arrivati alla parte opposta trovano un’altra apertura e si addentrano nelle rovine. All’interno delle rovine c’erano antiche casupole di varie forme e dimensioni, alcune anche crollate. Per terra c’è sempre la misteriosa sabbia nera. Dopo aver aggirato delle macerie Leeston, Goku e Amane arrivano ai piedi della piramide, ma lì trovano ad attenderli Miss DoubleFinger. Nel frattempo Daisetsu e Kimiko vengono sorpresi da Mr. 1 che interroga il primo su tecniche di costruzione di gabinetti e sul perché fossero rimasti solo in 2. Allorché Daisetsu risponde, indicando Kimiko: << Lei è con me >>. Evidentemente la scusa dei bagni non aveva convinto molto i due tipacci. Scoperti, tornano normali e ingaggiano un combattimento. Mr. 1 trancia con le sue mani i bellissimi gabinetti che erano appena stati costruiti scatenando l’ira dei due ninja, che riusciranno a sconfiggerlo, senza troppi problemi. Ai piedi della piramide invece si naviga nei problemi: Leeston esclama, affascinato: << Sei la donna più afro che io abbia mai visto!!! >> e Miss DoubleFinger risponde: <<non hai ancora visto niente!!>>. Goku parte con un velo di nebbia, che non fa più vedere niente a nessuno. Amane nel frattempo aggira il nemico per trovare il momento propizio per usare la sua nuova tecnica: il Chidori. Leeston è invece perso nella nebbia. Al diradarsi di questa, Goku è schiantato e puntellato contro un muro ma gli altri due riescono a ottenere una sofferta vittoria. Nell’allontanarsi, Leeston lascia un biglietto sul corpo del nemico recante la scritta “Ti ho sempre amata”. Il gruppo riesce a riunirsi e Goku, ripresosi, usa il byakugan per individuare se ci sono altri nemici nei paraggi. Ne vede uno in cima alla piramide, uno in lontananza fuori dalle rovine che si sta avvicinando e uno dentro una casupola poco lontano da loro. Decidono di andare da quest’ultimo. Entrano nell’edificio, scendono le scale e vedono un individuo che sta tentando di scambiare un sacchetto con un idolo d’oro raffigurante lo Shukaku. Gli chiedono cosa stia facendo. Lui spiega che nel prendere l’idolo dovrà sostituirlo con qualcosa dello stesso peso altrimenti scatterà una trappola. I ninja allora se ne vanno per precauzione. Una volta fuori sentono un “clak” e il rumore di un sassone rotolante. Starà bene il tipo che era là sotto? Boh, non ci interessa. Arriviano davanti alla grande scalinata della piramide e, determinati, salgono. Le scale si concludono più o meno a metà della piramide, terminando in una stanza la cui facciata presenta 4 grandi colonne. Arrivati al suo interno, il gruppo si trova dinnanzi a un altare circondato da mura in pietra recanti varie iscrizioni e disegni incomprensibili. Dietro l’altare, un uomo stava esaminando il muro attentamente. Era Sir Crocodile. (Un giovane Sir Crocodile senza cicatrice in volto, NDR) Notandoci e disquisendo con lui, veniamo a sapere che, col suo fare sempre gentile, non ci vuole fra i piedi e ci lascerà a breve in buona compagnia. Dopo pochi istanti, Goku viene afferrato da una mano misteriosa, provenente dall’esterno della stanza. Nel mentre, Crocodile si dilegua trasformandosi in sabbia e filtrando attraverso una fessura nel muro. La mano presenta dei fili neri che la collegano al corpo del proprietario, e trascina Goku fuori dalla piramide, scaraventandolo giù per le scale e riducendolo in fin di vita. Il losco individuo si rivela essere un ninja conosciuto per essersi scontrato con il primo Hokage: Kakuzu. Senza tanti preamboli si scatena l’inferno, letteralmente. Il combattimento è costellato di fulmini, trombe d’aria, foreste (enormi) incendiate, trasformazioni in enormi globi di fibre nere incazzatissime, serpenti, e molto altro ancora. Nel frattempo Goku viene soccorso dal tipo della casupola di prima, che evidentemente era sopravvissuto. Dopo varie peripezie, Kakuzu decide di darsi alla fuga perché malridotto, e riesce a sfuggire per un soffio alle tecniche arboree di Leeston. Accertati della stabilità vitale di Goku (seppur svenuto), veniamo a sapere il nome del suo soccorritore: Indiana Jones, docente ed esperto di archeologia. Chiediamo quindi il suo aiuto per la decriptazione delle arcaiche scritture presenti nella stanza con l’altare. Mentre analizza disegni e scritte, il dottor Jones ci traduce alcune iscrizioni: in tempi antichi, il Tasso fu sigillato all’interno di un bollitore per il tè da Oraga Nakashimu, imparentato con i Nara del Villaggio della Foglia. Il bollitore fu poi consegnato ai monaci a guardia della piramide per fare in modo che non cadesse nelle mani sbagliate. Un indovinello, inoltre, recita: “Piange senza voce, fluttua senza ali, morde senza denti, mormora senza bocca.” Risolto l’indovinello, l’archeologo preme un sasso sul muro che reca la scritta “VENTO”, causando l’apertura dell’altare come se fosse antani. All’interno vi è…il nulla, a parte un piccolo libro intitolato “Il Manuale del Piccolo Muratore”. Allibito, il gruppo di ninja si scervella per capirne l’utilità. Nel frattempo, Leeston e Daisestu si recano in vetta alla piramide per capire l’origine del misterioso fischio. Scoprono che è causato da un intenso getto d’aria uscente da un piccolo foro posto lì sulla sommità. Dopo essere tornati dal gruppo e averlo riferito, Indy nota che nel muro manca una pietra di piccole dimensioni, ed Amane decide di infilarci dentro il pen…il libro appena trovato. Soprendentemente, grazie a questo piccolo lavoro di muratora di un certo livello, il muro si apre, rivelando uno stretto corridorio di pietra. I nostri decidono di attraversarlo, dopo aver riposto con cura il corpo dello sfortunato Goku all’interno dell’altare. Giunti al termine del corto cunicolo, si stanzia dinanzi al gruppo il seguente panorama: una stanza incredibilmente incredibile. Un’enorme camera cilindrica di almeno 150 metri di diametro con ai lati vari piani di corridoi delimitati da una fila di colonne come ringhiera. Al centro si trova una colonna, che dal vuoto sottostante si eleva al centro della stanza fino ad un’altezza che raggiungeva quella dei ninja, circondata dal nulla assoluto, se non da una furiosa raffica di vento ascendente che imperversava sul soffitto. Ecco spiegato come si produceva quel fischio misterioso. Sulla colonna centrale vi era riposto un bollitore, e dalla parte opposta ai nostri eroi c’era Crocodile, intenzionato a raggiungerlo per impossessarsene. 166/116/116: riparte la sfida! Leeston e Daisetsu partono subito all’attacco, ma a metà strada si fermano perché all’urlo di “Ground Death!” Crocodile inizia a trasformare tutto in sabbia, facendo sgretolare le pareti intorno a lui. Bloccando la strada con un disco di roccia, i nostri si preparano allo scontro ravvicinato per rallentare l’avanzata del nemico. Ma lui si avvicina minaccioso. Nel frattempo, Kimiko e Amane cercano un modo per raggiungere il bollitore e scappare con esso, senza successo. D’improvviso, Leeston e Daisetsu, travolti da un tornado di sabbia, si schiantano poco lontano: Crocodile è riuscito a superare il sassone e sta ancora avanzando. Altro urlo di Ground Death, e la stanza non sarà mai più come prima. Arriva Indy, sbraitando per l’imminente polverizzazione della piramide, quindi decide di recuperare lui stesso il bollitore. Prende un sasso, lo lancia nel vento, questo si schianta sul soffitto; ne prende un altro molto più grande, lo lancia di nuovo e questo rimane fluttuante lì vicino. Infine si lancia sul sassone con una pietra in grembo, aspettando una spinta per procedere verso il centro della stanza. Non avendo nulla a disposizione per una propulsione decente, Daisetsu tenta di farlo manualmente, facendo avanzare Indy solo di circa 6 metri. Quest’ultimo, bloccato lì, si rende conto presto che non era stata una buona idea. Amane decide di partire all’attacco a Chidori spianato, riuscendo a colpire Crocodile e ferendolo…ma rimanendo imprigionato nel suo corpo sabbioso. Iniziato a disidratarsi, chiede prontamente soccorso ai suoi compagni. Per cercare di recuperare l’archeologo, Kimiko evoca un grande serpente che, attaccatosi alle colonne, prova di riportarlo indietro, ancora senza successo. Dopo una lunga sofferenza, Amane riesci a liberarsi. Neanche il tempo per poter rallegrarsi che si subisce un Desert: La Spada, cioè le dita di Crocodile trasformate in enormi lame di sabbia. Il dolore è inequivocabile, inarrestabile, insopportabile e incontrollabile: Amane è ridotto praticamente in fin di vita. Non contento, lancia un altro tornado mortale, che travolge tutto il gruppo, facendo cogliere l’occasione a Indy per lasciare il sasso e venire scaraventato di nuovo nel corridoio. Viste le sue condizioni, per Amane lo schianto contro il muro si rivelerebbe fatale, ma accade il miracolo. Il ninja si sente afferrare alla caviglia: sarà la morte? No, da una mano, che riconosce essergli amica. Con le lacrime agli occhi, intravede Adam Blade…e sviene.
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